Giappone day 1 (facciamo che vale 2): cominciamo bene!
Alé!
Finalmente sono in terra japonica. Quei maledetti malesiani ce l'hanno messa tutta per impedirmi di partire. Il volo da Roma aveva 10 ore di ritardo (10 perdio! facevano prima a cancellarlo quei fedifraghi) e allora ci hanno fatto accomodare all'Hilton Hotel dell'aeroporto, dove ci è stato servito il pranzo. Era a buffet. A BUFFET!!!! Credo di avere severamente inciso sul bilancio mensile del reparto ristorante dell'albergo di Paris...
Forte di due taglie in più sul mio personalissimo girovita, mi reco alla stanza, per scoprire di essere uno dei due fortunati a cui è stata assegnata una suite (in mancanza d'altro, facciamo quel che si può). Ho usato tutti gli asciugamani, che erano inspiegabilmente numerosi (8), e dopo la doccia ho persino provato l'ebrezza di impiastricciarmi con una schifosissima body lotion - come la chiama Derek. Poi mi sono messo GLI accappatoi, prima uno per finire bene di asciugarmi, e dopo l'altro, che era bello asciutto. Sciala, sciala!... Mi sono seduto su ogni poltrona e divano della stanza, rimpiangendo di non aver portato con me l'eterno tagliente compagno di viaggi svizzero... e dopo aver usufruito del servizio bar, internet e tv mi sono spetasciato sul letto a dodici piazze, mandando all'aria lenzuola e piumini vari. Come tornare bambini in un albergo di lusso. E provare l'insostenibile leggerezza dell'essere, ovvero girarsi i pollici per mezz'ora prima di cadere in un sonno catatonico.
Comunque... alle 23 via, si parte! Dodici ore dopo, arrivati a Kuala Lumpur, ecco che ricomincia il calvario: ritardo all'arrivo, quindi salta la coicidenza per Narita, quindi altro delay, altro albergo! Per chi non lo sapesse, Kuala Lumpur si trova in Malesia, all'estremità meridionale di quella che molti giocatori di Risiko conoscono come penisola del Siam. E' un posto immerso nella giungla, nonostante la tecnologia e l'occidentalizzazione siano arrivate anche qui a spazzar via tradizioni e impressioni di altri mondi. Sempre per chi non lo sapesse, la Malesia è a due passi dalla POLINESIA. Anche qui l'alberghetto era discreto, e visto che aveva una Jacuzzi in camera ne ho approfittato per riprendermi dalla stanchezza di dodici ore di viaggio servito e riverito. Fuori dalla mia camera, dalla finestra esagonale, la giungla misteriosa avvolgeva il sole che tramontava in un abbraccio antico e primordiale... Insomma, il paradiso. E ho anche rischiato di rimanerci, in quel paradiso: fate sempre molta attenzione quando regolate i vostri orologi secondo l'ora locale nei passaggi di fuso orario, potreste mancare il vostro volo di un'ora, in totale buona fede... e rimanere a due passi dalla POLINESIA...
Alla fine, eccomi giunto alla meta! Solo 34 ore di viaggio... Avrei fatto prima ad andare con la nave di Fosco Maraini. All'epoca sì, che sapevano viaggiare!
Finalmente sono in terra japonica. Quei maledetti malesiani ce l'hanno messa tutta per impedirmi di partire. Il volo da Roma aveva 10 ore di ritardo (10 perdio! facevano prima a cancellarlo quei fedifraghi) e allora ci hanno fatto accomodare all'Hilton Hotel dell'aeroporto, dove ci è stato servito il pranzo. Era a buffet. A BUFFET!!!! Credo di avere severamente inciso sul bilancio mensile del reparto ristorante dell'albergo di Paris...
Forte di due taglie in più sul mio personalissimo girovita, mi reco alla stanza, per scoprire di essere uno dei due fortunati a cui è stata assegnata una suite (in mancanza d'altro, facciamo quel che si può). Ho usato tutti gli asciugamani, che erano inspiegabilmente numerosi (8), e dopo la doccia ho persino provato l'ebrezza di impiastricciarmi con una schifosissima body lotion - come la chiama Derek. Poi mi sono messo GLI accappatoi, prima uno per finire bene di asciugarmi, e dopo l'altro, che era bello asciutto. Sciala, sciala!... Mi sono seduto su ogni poltrona e divano della stanza, rimpiangendo di non aver portato con me l'eterno tagliente compagno di viaggi svizzero... e dopo aver usufruito del servizio bar, internet e tv mi sono spetasciato sul letto a dodici piazze, mandando all'aria lenzuola e piumini vari. Come tornare bambini in un albergo di lusso. E provare l'insostenibile leggerezza dell'essere, ovvero girarsi i pollici per mezz'ora prima di cadere in un sonno catatonico.
Comunque... alle 23 via, si parte! Dodici ore dopo, arrivati a Kuala Lumpur, ecco che ricomincia il calvario: ritardo all'arrivo, quindi salta la coicidenza per Narita, quindi altro delay, altro albergo! Per chi non lo sapesse, Kuala Lumpur si trova in Malesia, all'estremità meridionale di quella che molti giocatori di Risiko conoscono come penisola del Siam. E' un posto immerso nella giungla, nonostante la tecnologia e l'occidentalizzazione siano arrivate anche qui a spazzar via tradizioni e impressioni di altri mondi. Sempre per chi non lo sapesse, la Malesia è a due passi dalla POLINESIA. Anche qui l'alberghetto era discreto, e visto che aveva una Jacuzzi in camera ne ho approfittato per riprendermi dalla stanchezza di dodici ore di viaggio servito e riverito. Fuori dalla mia camera, dalla finestra esagonale, la giungla misteriosa avvolgeva il sole che tramontava in un abbraccio antico e primordiale... Insomma, il paradiso. E ho anche rischiato di rimanerci, in quel paradiso: fate sempre molta attenzione quando regolate i vostri orologi secondo l'ora locale nei passaggi di fuso orario, potreste mancare il vostro volo di un'ora, in totale buona fede... e rimanere a due passi dalla POLINESIA...
Alla fine, eccomi giunto alla meta! Solo 34 ore di viaggio... Avrei fatto prima ad andare con la nave di Fosco Maraini. All'epoca sì, che sapevano viaggiare!
3 Comments:
Secondo te è normale provare un leggero odio per te adesso, dalla mia fetida stanza romana tutto escluso?
e io che dovrei dire?
quando stavo leggendo la frase "rimpiangendo di non aver portato con me..." ... mi aspettavo parlasse di me...
bah... è così che mi pensa... nemmeno un salutino dal suo blog.. e io che gli ho fatto pure ilpost di buon viaggio....
Ammazza che avventura!!! Viaggio lunghissimo, ma leggerti è uno spasso è__é
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