sabato, dicembre 01, 2007

Giappone: "ridere va bene"



Uno dei pensieri positivi che si accalcano nella testa di coloro che lasciano il Giappone è che non dovranno rimpiangere nessun programma televisivo, o che non dovranno preoccuparsi di perdere qualche puntata interessante del loro feuilleton preferito... come dicevo, la tv giapponese rileva spesso della cretineria più becera.

Per l'ennesima volta quest'anno, oggi sono capitato su Waratte Iitomo.
Condotto da un controverso individuo che risponde al nome di Tamori (niente a che vedere con una certa selvaggia regina di Shakespeare), al secolo Morita Kazuyoshi, lo show è un condensato di divertimento sessista e politicamente scorretto. Proprio quello che piace all'italiano medio. Ma in Giappone sono davvero avanti - o indietro, a seconda dei punti di vista. Uno dei giochi consiste nell'indovinare, in un gruppo di sei transessuali messi alla pubblica gogna - si vedono solo le teste emergere da un pannello colorato, l'ordine di spesa che ognuno dei suddetti ha dovuto sostenere per ottenere il risultato estetico desiderato. Alla fine del gioco, molti dei concorrenti avranno - com'è ovvio - grossolanamente sbagliato le stime, coprendo quindi di ridicolo quanti hanno scelto di fare da "cavia" in questo triviale rendez-vous finesettimanale (dedicato alle famiglie, notate bene).



Dal punto di vista degli studi di orientalistica, è invece interessante notare la particolare posizione occupata dalla pratica del travestitismo, e prima ancora da determinate figure dalla controversa identità sessuale, nella cultura e nella società giapponese a partire dal principe Genji fino ai giorni nostri.
Il processo di accettazione e integrazione del "diverso" è forse più avanzato, per certi versi, proprio in questo Paese, in cui la xenofobia e il recente aumento dell'onda anti-gaijin si confondono dietro la maschera formale del tatemae-honne.