venerdì, marzo 30, 2007

Ikimasu!

Ecco qui.
Le ultime righe dall'Italia. Cercherò di scrivere, anche solo due righe al giorno, dal paese del Sol Levante.

Ja neeeeeeeee!!!

lunedì, marzo 26, 2007

Testosterone a miller... anzi, a 300

Una cosa coatta. Come, a me, mi piacevano molto, qualche anno fa... E ancora riescono a emozionarmi, queste coattate, nonostante il tempo che passa e i gusti che cambiano, si affinano. Che degenerano. C'è chi lo definisce un film cruento e pacchiano, una apologia del fascismo, retorico e machista - non per questo un brutto film - e c'è chi invece consiglia di andarlo a vedere poiché la pellicola si rivela essere "un sexy tripudio di addominali", come dice il gaio critico cinematografico di un giornale gratuito della capitale.

E com'è, come non è, il film si rivela maledettamente godibile, anche se a tratti veramente retorico e con picchi di incredibile pacchianeria. D'altra parte è l'adattamento per il grande schermo di un altro lavoro di Frank Miller, il cui genio creativo non si è certo distinto per l'intima delicatezza e la sobrietà dei temi trattati. Insomma, il sangue scorre a fiumi, ma non è fastidiosamente invasivo come nelle due ultime fatiche di un noto attore/regista fondamentalista cristiano. Scorre, ed è giusto che sia così, visto che si parla di guerra, di assurde sovrastrutture quali il senso dell'Onore di un popolo confrontato alla presunta vile degenerescenza di un altro, del Valore di un vero uomo e varie simili Amenità. Fastidiosissima e ingenua sarebbe invece la contrapposizione manichea di Bene/Male attraverso la caratterizzazione dai tratti esasperati dei personaggi e delle civiltà che si scontrano in quella celebre battaglia, ma estremamente efficace e, viene da dire, chi se ne frega. Facciamo pure che per una volta non ci scandalizziamo più di tanto e con la nostra brava pinzetta sul naso accettiamo volentieri la scelta del narratore per quello che in questa sua opera sembra volersi dimostrare a tutti i costi (un fascista omofobo e razzista...). Senz'altro la maniera in cui vengono veicolati alcuni dei messaggi del racconto offende la sensibilità di una larga parte dei appresentanti del genere umano. Questo però solo nel caso in cui si voglia scavare più a fondo nella struttura simbolico-narrativa dell'opera, invece di limitarsi a seguire lo svolgersi degli eventi, lasciandosi trascinare dalle immagini tout court e dalla storia di trecento uomini che riuscirono a tenere a bada un esercito in soverchiante superiorità numerica. Fortuna che almeno nella parte dei personaggi positivi vediamo il simbolo degli uomini che combattono per la propria libertà, contro ogni sopruso e imposizione violenta. E di certo questi uomini liberi non sono gli americani, se vogliamo trasportare la vicenda ai giorni nostri. Anzi, le manovre strategiche e militari di conquista degli States oggi sembrano essere piuttosto molto vicine a quelle del buon vecchio perverso Serse. E questo da una gran soddisfazione, e ci fa digerire con meno fatica la disgustosa retorica fascistoide che permea le atmosfere del racconto.

Certo, la delusione più grande rimane senza dubbio quella di non aver visto una scena di scaccolamento alla moviola, cosa che grandemente auspicavo e mi aspettavo, visto il largo impiego che il regista fa di questa audace tecnica-effetto per suscitare emozione ed empatia anche nelle scene più banali... Vi faccio il quadro: Leonida squadra altero l'esercito nemico, dall'alto della sua rupe preferita. Una sconfinata selva di lance e spade e scudi e fiocine anali si stende ai suoi piedi: l'armata di Serse è simile ad un tumultuoso mare scuro che reclama il sangue delle sue vittime sacrificali, pronte ad immolarsi sull'altare della Gloria. E li, accanto al suo fidato Faramir (le fonti storiche non dicono che c'erano anche gli uomini di Rohan e Gondor in quell'occasione, ma in verità io vi dico che c'erano), il re di Sparta lancia sprezzante la sua eroica sfida. Infila l'augusto e virile indice nella cavità nasale e, rovistando energicamente, ne trae un breccolone di epiche proporzioni.

Tale un fosco Polifemo che dalla sua rupe scaglia massi e irripetibili anatemi sulla ciurma del fuggiasco Nessuno, l'Indomabile sovrano del Peloponneso riversa con una schicchera ben calibrata tutto il peso della sua giusta ira sulle lascive e ributtanti schiere persiane. Il tutto al rallentatore. Onirico. Possente. Intimidatorio.
Ecco. Questo, purtroppo, non c'era.

domenica, marzo 18, 2007

Lo specchio dell'irrealtà


Ecco qui. Più di un mese, e ricomincio in sordina.
Prima di tutto voglio ringraziare gli amici che mi sono stati vicini in questi momenti difficili, soprattutto ieri sera, all'apice del dramma. Molti di loro hanno voluto lasciare un segno sulla mia agenda, oltre che sul pavimento... e di questo li ringrazio dal profondo del cuore.

E se la serata è andata come doveva, in gran parte il merito è della mia Valentina, che ha cucinato per un plotone di invitati! A quanto pare, la lasagna ha vinto il premio gradimento del pubblico... si ripeterà, si ripeterà.
Se la mia pigrizia me lo concede, vorrei postare anche qualche foto del tragico evento, tenendo però nel mio cuore i disegni che mi sono stati regalati in ricordo della serata: mi aiuteranno a sopportare il peso del mondo e a superare lo sconforto nelle ricadute umorali più pesanti.

E poi vi butto lì la copertina di Fumo di China di questo mese. Al suo interno ci sarà anche una intervista agli autori di Sol Mirror, e lo staff di FdC è stato tanto gentile da sostenerci, accordandoci lo spazio in cover per una pin up di Silvestro Nicolaci, il nostro formidabile copertinista, messo in risalto dal lavoro degli altrettanto immensi, inenarrabili, impagabili e strabilianti Andres e Mica!! (spero di essermi fatto perdonare. che dite, basterà?... ;-)


p.s. tra cinque giorni è venerdì!!!!